Ecobonus, Assopetroli: conseguenze devastanti dal DL Crescita
Prosegue la protesta degli operatori dell’efficienza contro la norma inserita nel Decreto crescita che introduce la possibilità per gli utenti di cedere all’impresa il proprio credito in cambio di uno sconto sul prezzo dell’opera (v. Staffetta 15/07). In questa lettera aperta, il responsabile del Comitato tecnico Energia di Assopetroli-Assoenergia, Luca Redaelli (v. Staffetta 15/05), sottolinea i rischi della nuova norma per le Pmi ed i rimedi da adottare con urgenza.
“Non ci vorrà molto per vedere le conseguenze devastanti della nuova disciplina sulla cessione dell’ecobonus, introdotta dall’articolo IO del cosìddetto “DL Crescita” (L. 58/2019).
Assopetroli-Assoenergia, insieme a numerose altre associazioni di categoria, l’ha previsto fin dall’inizio, ma l’allarme purtroppo è rimasto inascoltato.
Se non si correrà ai ripari, ciò che vedremo a breve sarà la concentrazione del mercato dell’efficientamento energetico nelle mani di poche grandi utilities, a scapito delle tante PMI che costituiscono l’anima di questo tessuto ìmprenditoriale ìtaliano, che vantano un incomparabile livello di expertise.
Consentire all’utente di cedere all’impresa il proprio credito (che si recupera a rate nell’arco di 5 anni) in cambio di un pari – e immediato – sconto sul prezzo dell’opera voleva essere, nelle intenzioni del legislatore, una semplificazione per incentivare la cultura dell’efficienza energetica. Ma purtroppo, per miopia o disattenzione, è stato ignorato un problema fondamentale: se il clente opta per la cessione del credito, l’impresa deve sempre e in ogni caso riconoscergli lo “sconto”; ma cosa succede se l’impresa ìn questione è una PMI e non ha sufficiente capienza fiscale per beneficiare di tutti i crediti che le sono stati ceduti? Semplicemente non può beneficiarne, e visto che la legge vieta la cessione del credito agli operatori finanziari, quella PMI sarà costretta a abbandonare quote del suo mercato a favore delle grandi utilities.
Un bel regalo per queste ultime elargito dall’alto. È uno scenario davvero preoccupante sul piano dell’iniquità che confligge palesemente non solo con l’interesse generale, ma perfino con l’agenda politica delle forze di maggioranza che, in questo caso più a parole che nei fatti, si ergono a difesa della piccola e media impresa nazionale salvo poi estrometterla dal mercato per editto con misure come questa.
In questa posizione le PMI non possono competere ad armi pari con le big utilities, pur avendo le capacità tecniche, economiche ed organizzatìve per operare su questo mercato.
La conseguenza inevitabile sarà l’impoverimento di questo tessuto imprenditoriale diffuso, il declassamento della PMI al ruolo di mero sub-appaltatore con ovvie ricadute sulla redditìvità, l’occupazione, la concentrazione di un mercato strategico in mano di pochi.
È invasione di campo della politica in questo mercato gravissima che penalizza le imprese italiane del settore e va immediatamente corretta.
Assopetroli-Assoenergia chiede alcuni correttivi prioritari e urgenti.
Innanzitutto introdurre la possibilità di cedere il credito dell’ecobonus al sistema degli intermediari finanziari, cosa che renderebbe più accessibile lo strumento a una pluralità di aziende di tutte le dimensioni, preservando l’agibilità del mercato e una sana concorrenza.
Inoltre, per garantire maggiore trasparenza delle offerte a tutela del consumatore, occorre identificare i tassi di attualizzazione del denaro, ai quali le aziende debbano fare riferimento. Ciò permetterebbe di avere delle offerte chiare e confrontabili, distinguendo con, esattezza la quota del preventivo da attribuire alle opere da quella prettamente finanziaria.
Ma occorre agire in fretta, come rappresentanza di questo modo imprenditoriale faremo tutto il possibile per aprire gli occhi al legislatore sull’errore commesso e sui danni certi che ne deriveranno a breve.”